[Castellinaria] Honeymoons

Le guerre nei Balcani sembrano finite, ma gli attriti tra le varie popolazioni, culture e religioni non sono terminati e nemmeno i pregiudizi della Fortezza Europa verso queste zone lo sono. In questo contesto si svolge Honeymoons. Protagonisti del film sono una giovane coppia albanese e una serba, entrambe in procinto di sposarsi e proprio mostrando il loro matrimonio il regista, Goran Paskaljevic, cerca di mostrare il contesto in cui questi uomini e queste donne vivono. Ho usato il verbo "cerca" non ha caso perché ho trovato questa parte iniziale molto confusa e poco utile per il pubblico: i salti da una famiglia all’altra sono veloci, le scene filmate non sono quasi contestualizzate e trapela parecchio disordine. A questo punto devo ammettere che non sono molto afferrato storicamente sulle vicende che hanno dilaniato l’Ex-Jugoslavia, ma anche dopo essermi informato l’inizio non mi si è chiarito. Le due nuove famiglie dopo le nozze decidono di partire alla ricerca di una vita migliore: tutte e due non si trovano bene nel posto in cui vivono e non hanno possibilità di lavoro. La coppia albanese, dopo essersi procurata dei visti validi, affronta il viaggio verso l’Italia, che raggiunge dopo alcuni contrattempi. Ma proprio nella Penisola cominciano i problemi, perché poco tempo prima due soldati del tricolore sono stati uccisi in Kosovo e i pregiudizi verso chiunque provegna da quella zona impediscono ai due di entrare senza problemi. La famiglia serba subisce più o meno la stessa fine: bloccati in Ungheria, alle porte della sognata Europa, nonostante i documenti validi. Il film si chiude con un treno che parte a gran velocità in una mattina soleggiata, lasciando un finale molto – forse troppo – aperto. Come avrete capito il film non mi ha entisuasmato molto, ma ci sono aspetti interessanti. Ho visto una forte denuncia alla brutalità delle guardie di confine di entrambe i paese interessati e un’altra al rumore mediatico per la morte di due soldati, visti come unici martiri di una guerra infinita. La chiusura delle frontiere è chiramente un altro aspetto che viene criticato: durante il film si parla anche di Ilir, fratello di uno dei protagonisti, che pochi anni prima ha dentato il viaggio clandestinamente ma del quale non si hanno più notizie; l’Europa è chiusa per i sans papier, che muoiono, ma è anche chiusa per chi ha i documenti in regola, solo di un paese che non è tra gli accettati. Anche il rancore che persiste tra il popolo balcanico viene mostrato dal regista, attraverso una scena in cui si vede uno dei protagonisti picchiato brutalmente per aver espresso un dubbio sulla colpevolezza "degli altri" a proposito dell’attentato ai due militari. Anche in questo lungometraggio non manca la bravura degli attori, che attraverso sguardi intensi riescono a comunicare forti messaggi e emozioni. Un’aspetto che ho notato è quello di inserire le scene di sofferenza durante la notte, mentre quelle di gioia e felicità, le poche presenti, durante il giorno; curioso come nell’ultima scena il sole sti sorgendo. Ultimo appunto: bella e funzionale la colonna sonora.

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L’inizio del film, visto che non ho trovato il trailer.
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